Per molti anni sembrava ci fossero soltanto tre modi di mangiare il cocomero: aperto e attaccato con un cucchiaio; tagliato a fette triangolari; nella macedonia insieme all’altra frutta.
I primi due richiedono una grande quantità di sputacchi per liberarsi dai semi, anche il terzo, almeno prima che fosse sviluppato il cocomero senza semi.
Risulta essere stato proprio il cocomero senza semi che ci ha fatto pensare a nuovi usi, più creativi, dell’anguria. L’abbiamo vista più spesso nelle macedonie, a volte in stile messicano, con sale, zucchero, menta e limone.
A metà degli anni zero, la combinazione anguria, feta (il formaggio di provenienza greca) olio extra vergine e pepe è diventata più comune. In estate, con un bicchiere di bianco freddo è davvero uno spuntino piacevole.
La “nuova” e più insolita tecnica di preparazione del cocomero prevede che venga affettato e grigliato, un trattamento che dà alle fette una strana consistenza, simile a quella di una bistecca. Anche in questo caso, da condire con sale, pepe e olio extra vergine.
Nonostante tutti le novità, il modo di mangiare il cocomero che preferisco è quello classico. Spaccato a metà e lasciato sul piano della cucina, con un coltello o un cucchiaio nelle vicinanze, spizzicato tutto il giorno. A volte, quando il caldo non dà tregua, affondo i morsi fino al volto. Senza semi è più facile che mai.